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La narrazione dei fatti risale al 1982, quando le ricerche scientifiche si espletavano frequentando le biblioteche e l'uso dei computer era limitato. Una ricercatrice universitaria morì in circostanze misteriose. Il suo amante, un professore universitario che insegnava a Roma coadiuvò la polizia, essendo amico del commissario capo incaricato delle indagini. Il potente giudice Ruggiero, padre della vittima, seguì personalmente l'evolversi dei fatti.